giovedì 13 ottobre 2011

GAIA di LANA

Mi scuso per la lunga assenza, e ritorno con un'intervista che ho fatto a Gaia, del sito Gaia di Lana, da cui ho comprato 1 Kg di lana di pecora tosata e NON lavata (lei per gentilezza, visto che le si era rotta la bilancia, me ne ha mandata il doppio !!) e delle bellissime matasse di lana grezza tinta a mano con colori vegetali (io ho scelto ortica ed betulla, 600 gr. in tutto).  Mi è subito piaciuta Gaia, risposte dettagliate piene di consigli, che dimostrano una passione personale per quello che  fa, invece che solo puro interesse commerciale.  Come l'ho trovata ? su internet dopo giorni e giorni di ricerche, ma mi piacerebbe proprio andarla a trovare per comprarmi ancora un pò di lana !! e vedere come fila la sua.


- Ciao.... ma che cos'è Gaia di Lana ?
Gaiadilana è un progetto che vuole valorizzare sia una materia prima naturale oggi del tutto svalutata, la lana, sia costruire un'altra prospettiva per i saperi pratici tradizionali.  Mi occupo di recuperare le lane dai pastori della mia provincia, prima che sia bruciata o buttata in discarica, e di farne feltri, filati, materassi, etc etc.
- Perchè hai iniziato ?
Mi sono avvicinata al feltro frequentando un'associazione di donne del lago d'Orta, e ben presto mi sono accorta che le lane utlizzate in Italia sono tutte di provenienza estera, e anche lavorate all'estero. "Costa meno" far arrivare la lana dalla Nuova Zelanda, che utilizzare la lana del vicino di casa, così le lane italiane finiscono nel 95% dei casi bruciate negli inceneritori. Mi è sembrato così insensato questo sistema che ho iniziato a girare per fiere del bestiame alla ricerca di pastori che mi vendessero le loro lane. Così pian piano ho imparato a lavorare la lana a partire dalla tosatura.
- Che difficoltà hai affrontato e affronti per continuare ?
Le difficoltà che affronto sono quelle di tutti i piccoli artigiani, tantissimo lavoro economicamente poco riconosciuto.
- Che cosa hai scoperto grazie alle iniziative che promuovi ?
Grazie al mio lavoro ho  conosciuto un mondo di piccoli allevatori, anche giovani e giovanissimi, che arroccati sulle montagne cercano di resistere ad un'economia globalizzata e impazzita. Ho scoperto persone che si occupano di piccole realtà marginali e fanno lavori considerati scomparsi. E soprattutto ho scoperto una realtà dolente e ormai considerata in via di sparizione, che è quella della lavorazione della lana in Italia, che non è solamente buttare la lana tosata, ma anche perdere le competenze e i posti di lavoro di chi per secoli si è occuopato di lavorare le nostre lane.
- Pensi che le tue iniziative abbiano dei benefici sull'ambiente intorno a te (la natura, le persone) ? quali ?
Con il mio lavoro riesco ad evitare che almeno una piccola parte di lana finisca in fumo. Nel mio lavoro non uso chimica e non ho scarti di nessun tipo, è a impatto ambientale veramente zero, riesco anche a recuperare scarti vegetali per tingere i filati. La lana può essere sostitutiva di tanti oggetti di plastica o di altri materiali non naturali, per cui anche diffondere l'uso di questi prodotti aiuta a diminuire rifiuti e inquinamento.
Ma la cosa più bella è vedere il sorriso negli occhi dei pastori che mi danno le loro lane, che vedono valorizzate, vedere la gioia nell'indossare un gilet fatto con la lana delle loro pecore.

Grazie ad alcuni amici che viaggiavano, le lane mi sono arrivate fin quaggiù in Africa, dove invece la lana grezza è introvabile proprio perchè non viene tagliata (così dicono le mie fonti locali).   Nei prossimi giorni parlerò delle lavorazioni che ne ho fatto grazie ai consigli di Gaia, e se vi è piaciuta questa intervista, potete ringraziarmi andando a visitare il sito di Gaia e appoggiando la sua attività.  A me non torna indietro nulla, a lei invece combustibile in più per continuare la sua opera di CREAZIONE di VALORE.

10 commenti:

  1. che bello!!! mi è sempre piaciuto provare, ma mi spaventa il lavoro da fare, è complicato? un bacio

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  2. @Ester: lavare la lana rende le mani lisce lisce, e poi io sono arrivata fino alla cardatura, non la filatura ancora.... ma sai che ne sto facendo ? la sto usando per imbottire gli animali di lana che sto facendo per Ale e la voglio anche colorare con quello che ho in dispensa e infeltrirla come i progetti che hai fatto tu !!

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  3. Ricorda di non stare a contatto (a livello di pelle tua non della pecora)con i filati trattati con l'ortica parce que , se ricordi , sei allergica alle urticacee e lì ,se dovesse capitarti qualcosa non hai pronto intervento :lì c'è solo il si salvi chi può!!!!!!!!e il BUON DIO che veglia su di voi .sed

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  4. @mamma: ma se ho già filato quasi tutta la matassa !!! non ti preoccupare, sai che mi sono passate tutte le allergie fra Perù ed Africa ?

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  5. Ciao che bello come Rosa Pomar!
    Conosco anche un paesino vicino all'Italia in Svizzera si chiama Sonogno dove tingono anche loro la alana con prodotti vegetali.
    Anche loro piccolisima realtà locale...
    Vado subito a visitare il sito di gaia grazie pr la segnalazione...
    hai ricevuto la mia mail?

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  6. che meraviglia :)
    cercavo giusto della lana in tinta vegetale...credo acquistero da Gaia allora, ti ringrazio :D

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  7. @singlemamma: si !!

    @chiara: si e ti sto rispondendo, ho un pò di proposte.

    #lore: la lana filata di Gaia è un pò rustica, cioè "pizzica" quindi magari non va bene per una sciarpa e delle manopole, ma per qualcosa da portare sopra i vestiti. Io la sto usando per fare i giochi di lana di Ale, poi voglio fare un portaborraccia e se trovo un bel modello di giaccchina non troppo difficile, pure quella.

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  9. @chiara: dimenticavo, devo rileggermi tutti i post di Rosa Pomar sull'argomento, è vero, lei è un'appassionata della lavorazione della lana

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