lunedì 15 agosto 2011

blowin' in the wind

Leggevo ieri questo articolo, relativo ad una legge per il recupero dei "cervelli in fuga" dall'Italia e pensavo: se non c'è lavoro per i giovani ora in Italia, perchè si vogliono ritattirare in patria i pochi che lavorano fuori ? 
Questa storia dei "cervelli in fuga": non è detto che lavori all'estero e quindi sei più capace ed intelligente di chi è rimasto a lavorare in Italia; magari hai solo avuto più fortuna, più curiosità, più iniziativa ma anche una situazione familiare ed affettiva che ti ha permesso il salto.  Magari poi sei rimasto all'estero perchè ti sei fatto una famiglia, hai trovato dei buoni lavori, il tuo angolo di paradiso, o una situazione di comodo.
Certo all'Italia serve guardare fuori, non arroccarsi sulla vetta di eccellenze che appartengono al passato, e ricominciare senza arroganza intellettuale, forte del talento e della capacità di assorbire il nuovo che hanno i giovani.  Serve poter fare esperienze fuori, così come accogliere le esperienze che vengono dalla società multiculturale che stiamo diventando.
Non so ancora come potrò essere utile al mio paese, ma so che voglio esserlo in maniera vitale, e che se non ho mai pensato di fare politica, come molti giovani della mia generazione della fine dei '70, voglio però contribuire, con tutta l'esperienza che sto accumulando, perchè ritornino a soffiare nel vento del cambio, nuove idee, nuovi punti di vista, nuove sfide, perchè far politica vuol dire pensare agli interessi di tutti, non solo ai propri.  Troppo tempo sono stata ripiegata sul mio piccolo circolo senza pensare a quello più ampio che abbraccia anche me.

18 commenti:

  1. Ella peppa. Vai vai Mariaclaudia, hai il mio voto!

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  2. Grazie cara del tuo pensiero...io quando sento parlare di giovani e del loro futuro (non mi riferisco alle tue parole ma ai politici in genere)sento molta retorica. Come è possibile creare un buon ambiente per i giovani se si rottamano, buttano in strada, umiliano tanti cervelli ...e aggiungo cuori...di età più avanzata la cui esperienza è preziosa e non si tiene conto del fatto che il fine non giustifica i mezzi, non esiste benessere e gioia costruita sull'infelicità altrui! baci teresa

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  3. @BA'Al: grazie !!

    @teresa: non sai come le tue parole cadono più opportune in questi giorni in cui passo ore con victor a discutere se il fine giustifica i mezzi o no

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  4. Io ti seguo sempre in silenzio, ma non potevo ignorare questo post. Anch’io sono una tra i numerosissimi ragazzi italiani in fuga all’estero. Qui, quando la vita è particolarmente dura, tra italiani ci si chiede chi ce l’abbia fatto fare di lasciare il nido per inseguire fuori una vita di sacrifici, ma poi conveniamo sempre sul fatto che in Italia non avremmo spazio, né opportunità.. Non avremmo voce e allora si ricomincia e si affrontano i sacrifici con animo diverso. Hai ragione tu, guardarci da fuori ci fa bene. Ma soprattutto hai ragione quando dici di voler contribuire. Lo voglio anch’io.

    A presto e grazie per condividere le tue esperienze e i tuoi pensieri con tanta onestà e apertura. Buona vita!

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  5. @Maria: grazie per apportare più significato al mio post, vedi, io non avevo parlato anche di questo lato della medaglia, che quando si è all'estero magari si fanno più sacrifici che in Italia. Hai ragione, io stessa l'ho sperimentato gli ultimi 2 anni che sono stata in Perù guadagnando stipendi "peruviani" ma lo stesso non mi mai venuta la tentazione di tornare in Italia, dove tutto mi sembra già fatto o troppo difficile da fare.

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  6. Sempre quando si va ci si chiede ...si guarda indietro e si fa il paragone...per quanto i paragoni siano inutili ...e sempre si affronta qualche sacrificio che può essere anche solo emozionale...una volta superato il momento di difficoltà rimane la soddisfazione di essere migliori grazie al cambiamento e, non credo più alla fuga di cervelli, il mondo è uno e non esiste più Italia, Perù etc se il positivo cambiamento è per migliorare l'ambiente, il pianeta, l'umanità...ovunque!

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  7. @teresa: essere migliori grazie al cambiamento, me lo terrò a mente

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  8. E' un'intera estate che medito sul fatto di trasferirmi o meno all'estero. La fuga per me diventa necessaria perchè qua non trovo alcuno spazio, proprio nulla..e quindi continuo a chiedermi cosa ci faccio io qua. Allo stesso tempo è difficile lasciare la propria terra da soli...e sapere che nonostante tutti i sacrifici che sn stati fatti per laurearsi nel piu' breve tempo possibile, per fare più esperienze possibili, lavorative e di vita, in Italia per i giovani non cè spazio. Per dire..io nn sn riuscita neanche a trovare un lavoro stagionale quest'estate perchè ormai i datori di lavoro nn prendono più i laureati x ccerte mansioni non potendoli più sottopagare x via del titolo di studio. Quindi ho perso anche l'opportunità di fare lo stesso lavoro che facevo da adolescente. E' uno schifo. La fuga, l'umiliazione di dover riniziare tutto da capo perchè nessuno ti offre un'opportunità, la mancanza di prospettive x il futuro. Quante cose mi sento di voler dare..e quanto invece questa società mi imprigiona.

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  9. @Dreamy: sai, io credo che le barriere ce le costruiamo da soli ed insieme come società, perchè in natura non esistono, tutto sfocia in qualcos'altro ed infatti nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma. E' difficile staccarsi dal proprio mondo ma quel coraggio per ricominciare, qualsiasi cosa accada, per guardare con speranza al futuro, è qualcosa di cui poi la vita ti sarà grata.

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  10. non solo, grazie alle difficoltà che in realtà sono nella nostra vita sotto forma di società,grazie al coraggio che ne deriva se non ci si lamenta sentendosi vittime,grazie alla volontà di trasformare il male in bene che emergerà il nuovo individuo dentro di noi, che fa la differenza.Penso a quanti giovani in paesi in guerra, si chiedono che senso ha aver fatto sacrifici...in fondo, spero di non essere fraintesa, in Italia quello che danneggia le persone è la retorica, il vittimismo. Dico questo perchè questo è l'atteggiamento di chi è chiuso nel proprio problema e dunque è perdente. Ogni difficoltà invece è carburante, se c'è una "missione" alla base "un ideale di vita", non esiste "fuga" per chi vuole vincere, esiste una nuova strada da intraprendere. Tutto questo lo dico a me stessa che non sono un "giovane" cervello ma un "cuore" di 58 anni che è "Sempre giovane sempre sul punto di cominciare" come dice Daisaku Ikeda.

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  11. Sono molto d'accordo con le vostre parole. Sn d'accordo che ci vuole coraggio.. ma nn credo di aver assunto mai un atteggiamento vittimistico (anche se lo osservo spesso attorno a me). Il mio era un piccolo sfogo di una persona che a 25 anni ha lasciato l'Italia già 4 volte x motivi lavorativi e nn ha mai trovato un minimo spazio una volta tornata a casa. Viviamo in una società che attualmente è in crisi ed è normale che i giovani siano scoraggiati. Attorno a me conosco solo persone che sn alla ricerca di lavoro e sn esausti da anni di ricerche vane. E' normale a questa età chiedersi "Dovè il mio posto?" e "Perchè sono costretto a partire anche se magari non vorrei?dove sono le opportunità x me?"..questioni che io e molti miei coetanei affrontiamo ogni giorno.

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  12. scusa hai ragione, non sei tu vittimista ma la retorica dei vari altoparlanti..."pensiamo ai giovani"..."il nostro futuro" senza tener conto che cinquantenni, quarantenni si chiedono dov'è il loro posto e alcuni si sono tolti la vita dalla disperazione! ...una retorica vittimista preparata, per raccogliere consensi, da chi manda i figli a curarsi all'estero e non ha preoccupazioni per cosa i figli faranno da grandi. _Sei fortunata ad aver lasciato l'Italia 4 volte, non sai quanto, la sofferenza nasce dall'aspettativa...frustrata...nessuno ci darà il posto, credi anch'io alla mia età sarei rimasta dov'ero ma mio marito non aveva più opportunità e io, per gravi motivi di salute, non potevo più lavorare...adesso sono felice perchè mi sono rinnovata dentro e come vedi devo ricominciare ancora, di nuovo...come Milarepa...

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  13. grazie per le vostre parole, grazie per tutto quello che si racconta lontano dalla retorica, come esperienza di vita, perchè è difficile capire senza conoscere, senza scambiarsi punti di vista. Per favore continuate a farlo in questo spazio, in questa maniera cortese e sincera. Ma secondo voi, cosa sarebbe utile fare ora per cambiare la situazione ?

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  14. Si Teresa!Hai ragione! Infatti io penso che esistano persone che fanno le vittime (ovvero si lamentano senza mai muoversi)..non tutti i giovani hanno voglia di fare, così come non tutti i cinquantenni hanno voglia di rimettersi in gioco. Ovviamente mi riferivo a persone come me e te, che in diverse fasi della vita, affrontano lo stesso identico problema. I giovani nn sanno dove appigliarsi perchè l'Italia ora non è un paese per giovani (vivo in una città dove ci sono 20.000 disoccupati su 40.000 e dove molti di quei 20.000 occupati lavorano in nero o stagionalmente). Quindi dal mio punto di vista la frustrazione nasce dal fatto che i posti di lavoro sono pochi e quei pochi che ci sono nella maggior parte dei casi si preferisce assegnarli ad amici o parenti per fargli un favore. Quindi è diventato un circolo vizioso che rappresenta un pessimo esempio per i giovani che escono dall'università ora. Un tempo dicevano "studia se vuoi diventare qualcuno" oppure "se non hai voglia di studiare, vai subito a lavorare"..ecco...ora le due opzioni sono entrambe un'utopia. Il mio pensiero è uguale a quello di altra gente della mia età, spesso ne parliamo. Io qua mi sfogo perchè si parlava del tema, però sono sempre molto speranzosa (anche se le ogni cosa attorno a me è davvero grigia). E capisco la tua situazione. Penso che sia ancora più difficile per un non ventenne. Infatti è proprio questo che mi spinge ad essere ottimista, mi dico che da giovani è più facile, dato che non ho una famiglia ancora e non dipendo da altri fattori. Ma credimi... conosco un sacco di padri o madri che hanno perso il lavoro nell'ultimo anno e per me loro sono la categoria più fragile. Hai ragione tu! Tu però ti sei rimessa in gioco e per me questo è davvero ammirevole!

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  15. Cme Estrellazul, ci sono così tanti fattori che non vanno bene, che credo la situazione sia come una treccia; bisogna slegare i nodi una x volta. La pensione arriva sempre più lontano, questo fa si che non si creino nuovi spazi per i giovani; inoltre, ci sono troppi sprechi di denaro, le famiglie non vengono più tutelate (credo che sia una vergogna che famiglie si trovino senza neanche uno stipendio, si permette di far lavorare gli stranieri con stipendi ridicoli (questo nn va bene nè x loro che vengono sfruttati come bestie ma non lo capiscono proveniendo da realtà più disagiate, né per noi che abbiamo un minimo di senso del denaro e capiamo che non bisogna farsi sfruttare), bisogna eliminare le cariche inutili (conosco persone veramente incompetenti che ricoprono ruoli inutili e hanno stipendi da capogiro)..ecc..ecc..

    Grazie a Teresa e Estrellazul per questo scambio di opinioni.

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  16. Carissima Dreamy Melrose...abbi fiducia, dopo il buio "inevitabilmente" viene la luce...credici però, credi che il tuo sforzo sta trasformando in meglio la tua vita...io credo che sarai una persona di grande valore, l'importante è credere nella grandezza delle proprie azioni.
    Ti regalo queste parole di Nelson Mandela che mi hanno fatto riflettere e gioire

    La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati.
    La nostra paura più profonda, è di essere potenti oltre ogni limite. È la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più. Ci domandiamo: " Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? " In realtà chi sei tu per Non esserlo?
    Il nostro giocare in piccolo, non serve al mondo. Non c'è nulla di illuminato
    nello sminuire se stessi cosicchè gli altri non si sentano insicuri intorno a noi.
    Siamo tutti nati per risplendere, come fanno i bambini. Siamo nati per rendere manifesta la gloria. Non solo in alcuni di noi: è in ognuno di noi. E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsapevolmente diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso. E quando ci liberiamo dalle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri
    Nelson Mandela

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  17. cara estrellazul, l'unica cosa che posso fare, e che sembra semplice ma per me non lo è ma voglio riuscirci, è riuscire a vivere allargando il più possibile la mia ombra, intessendo cioè relazioni, relazioni e sempre più relazioni di valore, trasmettendo ogni mio piccolo-grande cambiamento...conquista personale. Dico questo pur essendo ogni giorno alle prese con l'ansia che provoca l'incertezza, la difficoltà generalizzata, l'instabilità e cercando di superare il mio limite. Non conosco un altro modo per quel che mi riguarda, ma tu, Dreamy Melrose siete immerse in grandi azioni, diverse dalle mie ma che porteranno sicuramente a grandi trasformazioni. Le cose cambieranno lentamente, ma a prescindere da quando e come ...è importante essere coscienti che stiamo costruendo una grande storia, giusta se ci ispira il desiderio di essere utili all'umanità e questo ci renderà felici. Insomma, a prescindere dal risultato, è il percorso e l'autoriforma che ci da gioia e cambia il nostro ambiente!

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  18. Grazie Teresa!
    Sono parole fantastiche. Quando leggo commenti del genere, ringrazio di essermi iscritta a Blogger.

    Grazie, grazie. Terrò ben a mente quelle parole. E' proprio un pensiero che mi tocca :)

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