venerdì 27 marzo 2009

camminando nel cosmo vivente

una scimmietta sulla testa di una bimba, in una Comunitá Indigena dell'Amazzonia

tramonto lungo una strada nella selva

Siamo venuti a vivere qui in Perú da ottobre 2008, e non ho ancora parlato molto del posto dove stiamo, concentrata nella nostra quotidianitá e nel distillare la gioia di ogni giornata. Peró ultimamente mi stanno succedendo una serie di eventi, che potrei pensare casuali perché mi colgono di sorpresa senza nessuna volontá attiva da parte mia nel cercarli, e che stanno canalizzando il mio spirito verso cammini cui anelavo da tempo.

Vivere in una grande cittá, una metropoli come Lima, ti inserisce in un mondo artificiale fatto di suoni, rumori e colori creati dall'uomo, non che sia negativo, ma in una metropoli é difficile trovare o notare anche il resto, che non é proprio il margine, ma il tema del quadro: la Natura, la Madre da cui nasce la nostra vita e che in quechua si chiama Pachamama. Ci sono diversi livelli di conoscenza, e io mi sono mantenuta sempre sulla superficie delle cose, invece ora il mio sguardo comincia a scendere piú sotto, nota che l'acqua é trasparente e ci si puó sommergere entrando in un altro mondo, in cui serve saper nuotare e respirare come un pesce.

Una mia amica peruviana ieri mi ha prestato alcuni libri sulla spiritualitá in america latina, cioé su quello che esisteva prima dell'arrivo degli spagnoli e del pensiero occidentale; leggendo uno di questi, Camminando nel cosmo vivente, di Juan Nuñez del Prado, Macro Edizioni, ho scoperto che qui in Perú le tradizioni e le credenze che esistevano quando arrivó la Conquista, si sono mentenute intatte e protette, hanno assorbito le tradizioni cristiane e le hanno incorporate nei riti antichi, arricchendoli e facendoli continuare ad esistere, cosí come giá facevano gli Inca con le religioni dei popoli conquistati. Per esempio, la Cattedrale di Cusco sorge nel punto esatto in cui sorgeva il tempio del dio Wiraqocha che in quechua designa lo spirito supremo creatore, e il cui simbolo era l'uovo; ancora oggi (io non l'ho notato ma lo cercheró la prossima volta), in questa cattedrale cristiana c'é un uovo di pietra, lasciato lí da 500 anni grazie all'intervento silenzioso della popolazione e all'accettazione delle autoritá cattoliche, perché quest'uovo serve per i riti della spiritualitá andina e deve stare in nel posto dove sorgeva il tempio incaico al dio Wiracocha.
La spiritualitá andina ancora oggi resiste quindi forte e pura nella sierra, ma alcuni suoi elementi sono presenti nella vita di ogni peruviano, anche se hanno perso molto del significato originario; la storia dell'uovo di pietra mi ha ricordato l'usanza di passare l'uovo sui bambini quando sono "spaventati"; si crede che ci siano persone il cui sguardo é talmente forte, il cui poqpo (in quechua designa la bolla energetica delle persone) é talmente intenso, che i bambini piccoli possono rimanerne spaventati, tanto da ammalarsi, avere incubi notturni, piangere senza che nulla li riesca a calmare; allora si portano i bambini da una curandera, o dalla nonna o un'amica che pratica questi riti, le quali iniziano a recitare preghiere in spagnolo o in una lingua indigena, passando un uovo crudo sul corpo del piccolino; poi l'uovo viene rotto in un bicchiere d'acqua e se il bambino era spaventato, la parte gialla appare come cotta, il che vuol dire che é stata cotta dall'energia che il bambino aveva accumulato; dopo questo, il bambino ritorna al suo equilibrio energetico, si fa un gran sonno e si rasserena o guarisce. Io sono stata sempre perplessa da tutto ció, peró in alcune occasioni ho lasciato passare l'uovo ad Alejandrito dalla sua nonna e da una anziana curandera amica di una mia amica, con estremo rispetto per questo antico rito, di cui ora sto iniziando a comprendere il senso, al di lá della credenza e del rituale.
Ecco, stasera sto pensando come deve essere stato bello per gli antichi popoli di queste terre, secoli fa, ai tempi degli Inca, vivere in comunione con la natura che li circondava, nutriti dall'energia emessa da tutti gli esseri viventi sulla terra, e sentirsi vivi e realizzati come esseri umani, in armonia con il cosmo. Solo pensarci, mi fa invidia, ma solo saperlo, mi spinge a cercare questo cammino. Anche nella selva esiste ancora la spiritualitá indigena, che é un mondo ancora diverso da quella andina, ma sempre legata indissolubilmente alla Natura.
Prima di lasciarvi per andare a dormire, volevo ricordare un post di una donna e mamma francese che seguo da tempo e che mi piace per le sue posizioni anticonvenzionali e controtendenza: é Alisabel e giusto oggi racconta che varie amiche di blog, le hanno inviato delle perle "caricate" con la loro energia, con cui lei si é fatta una collana che l' accompagna durante questa sua gravidanza un pó movimentata, e che le infonde energia quando sente che le manca, che bel pensiero vero ?


una delle cime maestose della sierra, durante il viaggio verso Lima fatto da Victor in dicembre 2008

11 commenti:

  1. Cara Maria Claudia...
    penso che essere aperti mentalmente e spirirtualmente verso prospettive e culture nuove sia una dote che non tutti hanno.. Spesso siamo bloccati da pregiudizi e convenzioni che ci fanno credere che solo il nostro modo di pensare sia l'unico giusto.. l'unico corretto.. il solo.. superiore a tutti... Il rispetto e la curiosità non maliziosa verso nuovi approcci alla vita non può fare altro che arricchirci spiritualmente e culturalmente... Ed è quello che stai facendo tu... E sei fortunata.. perchè percepisci il grande potenziale di questa nuova scoperta... Scoprire la vita... a volte ci dimentichiamo di farlo....
    Ti auguro un buon fine settimana..
    Un abbraccio a te ed un bacio al piccolo Alejandro

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  2. Belle riflessioni, sei fortunata a trovarti lì.

    Un bellissimo fine settimanan a voi.

    :)

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  3. Grazie a te conosco una parte di universo.

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  4. che bel post, i racconti mi hanno trasportato li in mezzo a quella gente e in mezzo a quella natura. la spettacolare vista della selva mi affascina e mi dà un senso di magico e profondo e vivo. e poi la scimmietta sulla testa della bambina mi stupisce per il contatto così stretto tra essere umano e animale. Grazie per raccontare tutte le usanze del paese in cui vivi ora. un abbraccio e buonanotte!

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  5. Anche a me stupisce la foto della bimba... io sogno un posto come questo per far vivere il mio bimbo...quanto più neghiamo una vita "umana" ai nostri figli, una vita "naturale", tanto più avranno bisogni secondari fatti di giochi artefatti (viedeogiochi, tv ecc..)perchè penso che in ognuno di noi, chi piu, chi meno...ci sia un pò di "uomo della giungla" che reclama un pò di spazio.

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  6. Ti cito sempre sai con i miei bambini,iri ho raccontato a Andrea dell'uovo che viene strusciato sulla pancia a i bambini, e lui che in quel momento era terribilmente nervoso, con la mia mano sul pancino, si è calmato!Lui mi chiedeva di che uovo si trattava e d era olto curioso, starno vero come le parole anche nei blog arricchiscno la nostar quotidianità...

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  7. Belle riflessioni. Come al solito, con le tue parole sei riuscita a riportarmi alla mia esperienza. Anche noi in famiglia abbiamo la nostra personale "curadera": e' la zia di mio marito, che, ogni volta che andiamo in Libano, ci sottopone ai suoi riti magico-religiosi. Anch'io all'inizio prendevo la cosa con scetticismo, ma adesso capisco di piu' il senso di questa particolare forma di spiritualita'.
    Ultimamente poi, la zia mi ha sorpreso con le sue capacita' di preveggenza: mio marito un paio di mesi fa ha avuto un problema che lo faceva star male. Lei lo ha chiamato per dirgli che lo aveva visto in sogno proprio alle prese con quel problema consigliandogli come fare per liberarsene!

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  8. grazie per i commenti, mi fa piacere che anche voi prendiate con interesse e poco scettiscismo questi racconti. Per Chiara, cercheró di scrivere piú storie di tradizioni da raccontare ai bambini. Io in questi giorni sto dipingendo la casa di colori vivaci per prepararci all'inverno di Lima, umido e grigio, e per accogliere con il sole Victor quando torna, sto anche lavorando e pensando al compleanno di Ale che é fra 1 mese, ma io mi devo preparare bene per la festa e per accogliere i suoi piccoli amici.

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  9. per Laura: uahuu, che fortuna una zia cosí, un pó mi facevano inquietare alcune mie amiche che si sognavano cose che poi accadevano, ma poi pensavo che il nostro lato incosciente é cosí vasto e sconosciuto, che mi passava l'inquietudine con la curiositá.

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  10. sono completamente conmosa di tutto questo le mie origine sono inca de los diaguitas dell'argentina la mia nonna parlava el quechua ma ero molto piccola quando lei fallecio e mi rincrece non sapere il quechua un abbraccio da Cristina

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